Ecocardio
CONSENTE DI ESAMINARE LA MORFOLOGIA ED IL COMPORTAMENTO DEL CUORE E LA VERIFICA DEL CORRETTO FUNZIONAMENTO DELLE VALVOLE.
Informazioni generali
L’ecocardiogramma-colorDoppler è un esame ad ultrasuoni totalmente innocuo per il paziente, che permette al medico di esaminare la morfologia del cuore ed il comportamento delle sue strutture in modo più preciso e completo, consentendo la misurazione accurata delle dimensioni delle strutture e la verifica del corretto funzionamento delle valvole.
La Casa di Cura Diaz ha messo a disposizione dei suoi specialisti in Cardiologia l’ecografo Mindray DC 70, un ecografo di ultima generazione, tra gli apparecchi attualmente più avanzati per l’esecuzione dell’esame ecografico, capace di ottimali valutazioni morfo-funzionali mediante imaging ecocardiografico 2D, M-mode, color, Doppler e Tissue-Doppler.
L’esame è indicato nei seguenti contesti clinici:
- Valvulopatie – con l’ecocardiografia si visualizzano le cuspidi che compongono le valvole, gli apparati sottovalvolari, le commissure e i rapporti tra le varie strutture. L’esame permette inoltre di visualizzare meglio le complicanze delle valvulopatie, native o sottoposte a pregressa correzione chirurgica, come la rottura di corde, la presenza di vegetazioni o il distacco di un anello protesico.
- Formazioni trombotiche – l’esame permette di analizzare con particolare accuratezza le dimensioni, la forma e altre caratteristiche di eventuali formazioni trombotiche endocavitarie così come il modo in cui aderiscono ai lembi valvolari o le pareti del vaso.
- Volumi ventricolari – l’ecocardiografia permette lo studio delle dimensioni e dei volumi ventricolari, specie in presenza di ventricoli con volumetrie e spessori alterati come accade nella cardiopatia ischemica o la miocardiopatia dilatativa o ipertrofica. L’esame rende più accurata la definizione della massa del ventricolo sinistro, un dato di grande importanza per quanto riguarda il monitoraggio della cardiopatia ipertensiva in progressione o in regressione e della miocardiopatia ipertrofica.
- Miocardiopatie – in presenza di un esame clinico o elettrocardiografico che indichi una possibile miocardiopatia, prima di eseguire esami di terzo livello per la diagnosi cardiaca (ovvero la risonanza magnetica cardiaca e gli esami coronarografici ed emodinamici, è consigliabile eseguire lo studio ecocardiografico.
- Cardiopatie congenite – l’ecocardiografia è lo strumento cardine nella diagnosi delle cardiopatie congenite, con particolare riferimento ai difetti del setto intraventricolare e del setto interatriale.
- Dinamica regionale del ventricolo – l’esame permette al cardiologo di visualizzare la dinamica regionale del ventricolo. Questi dati sono particolarmente utili nel monitoraggio della cardiopatia ischemica acuta o cronica, nei pazienti che hanno subito un infarto o nell’iter diagnostico della malattia coronaria. Lo studio della dinamica regionale permette di verificare la presenza o meno di alterazioni della contrattilità ventricolare e di elaborare la terapia corretta, adatta alla malattia di base.
- Funzione di pompa – oltre alle dimensioni e la massa del ventricolo, grazie all’esame ecocardiografico si ottengono informazioni dettagliate sulla funzione di pompa del ventricolo sinistro, ovvero la capacità del cuore di garantire un adeguato apporto di sangue all’organismo.
- Neo formazioni – l’esame consente uno studio approfondito di eventuali neoformazioni a carico del muscolo cardiaco sia primarie (malattie proprie del muscolo e valvole cardiache) sia secondarie (metastasi al pericardico per esempio).
L’ecocardiografia ha un ruolo di crescente importanza nella chirurgia, dal momento della diagnosi preoperatoria fino al decorso intra e postoperatorio. Dà la possibilità al chirurgo di definire meglio i tempi di esecuzione ed il tipo di intervento, ad esempio per la riparazione di una valvola (plastica valvolare) o la sostituzione con una protesi. L’ecocardiografia permette di studiare accuratamente la natura della protesi stessa, la presenza di infezioni e/o di trombi. L’esame dà anche evidenza di eventuali danni annessi alle protesi o di distacchi protesici. Pertanto sarà un tipo di studio da eseguire in tutti i pazienti con diagnosi di valvulopatia nella fase pre e postoperatoria.