Patologie esofagee

L’ATTIVITÀ AMBULATORIALE DI CURA DELL’ESOFAGO SI RIVOLGE A TUTTI QUEI PAZIENTI PER CUI SI PUÒ SOSPETTARE UNA PATOLOGIA DELL’ESOFAGO

Informazioni generali

 

Il Centro delle malattie esofagee del Gruppo Abano Terme si occupa delle malattie dell’esofago (il condotto attraverso cui gli alimenti e i liquidi che ingeriamo passano dalla gola allo stomaco) e di quel tratto dell’apparato digerente che collega lo stomaco all’esofago (“giunto gastro-esofageo”).

CHE COSA OFFRE IL CENTRO?
Consulenza nel campo della patologia esofagea, diagnosi e terapia con strumentazione di ultima generazione. Sono possibili visite ed indagini mirate come pure screening personalizzati: dopo una prima visita verranno programmate ulteriori visite o accertamenti diagnostici del caso, sempre accompagnato dal personale della Clinica. Tutto sarà eseguito nel più breve tempo possibile compatibilmente con l’esecuzione degli accertamenti. Al termine del percorso verrà discussa con il paziente e consegnata una relazione finale con le indicazioni terapeutiche consigliate.

QUALI SONO LE PATOLOGIE DELL’ESOFAGO PIÙ FREQUENTI?

  • le malattie del giunto esofago-gastrico
  • la malattia neoplastica
  • le malattie diverticolari

QUALI I SINTOMI DA NON SOTTOVALUTARE?
Sono i più vari ma quelli che devono allertare sono la sensazione di difficoltà al passaggio del cibo (disfagia), reflusso acido in bocca, bruciore retro-sternale (epigastralgia / pirosi). Quando questi fenomeni non rispondono al normale trattamento medico è consigliabile rivolgersi ad uno specialista.

LE MALATTIE DEL GIUNTO ESOFAGO-GASTRICO

La malattia da reflusso gastro-esofageo
E’ dovuta all’incapacità della giunzione esofago gastrica a trattenere il succo acido nello stomaco, che pertanto risale lungo l’esofago. Rigurgito, percezione della risalita di materiale acido lungo l’esofago, bruciore retrosternale (pirosi) sono i sintomi tipici. Possono presentarsi anche disturbi apparentemente non legati a questa patologia, come tosse, abbassamento di voce, tachicardia. Arriva ad interessare fino al 20-30 % della popolazione italiana. Nei casi più gravi il dolore retrosternale è così intenso che si sospetta una angina pectoris. Se non curata adeguatamente può complicarsi nel 8-10% dei casi con una stenosi esofagea (difficoltà ad alimentarsi), o nel 10% dei casi con un esofago di Barrett (patologia che può evolvere in tumore). Igiene alimentare, terapia medica appropriata, sorveglianza endoscopica dedicata sono i mezzi sicuri per prevenire queste complicanze.

Acalasia o megaesofago
Il cardias è “una valvola” che regola il passaggio di cibo dall’esofago allo stomaco. La mancata apertura provoca una abnorme dilatazione dell’esofago fino a rendere difficile l’alimentazione. Gli alimenti ristagnano in esofago e possono risalire fino alla bocca (rigurgito 78% dei casi) e di qui entrare nei polmoni (inalazione) provocando broncopolmoniti recidivanti (12%). Prima della comparsa di questi sintomi, unico segno può essere una alitosi persistente dovuta al ristagno di cibo. Alterazioni della motilità dell’esofago Affezione neurologica generalizzata della motilità esofagea nella quale la normale peristalsi viene sostituita da contrazioni non propulsive e, in alcuni casi, da un alterato funzionamento dello sfintere esofageo inferiore. Causa tipicamente un dolore toracico retrosternale associato a disfagia, sia per i liquidi che per i cibi solidi. I liquidi molto caldi o molto freddi possono aggravare il dolore.

LA MALATTIA NEOPLASTICA
Al 2012, il tumore all’esofageo è risultato essere l’ottava neoplasia più comune a livello mondiale, con 456.000 nuovi casi registrati nel corso dell’anno e circa 400.000 morti. I due principali sottotipi della malattia sono il carcinoma a cellule squamose dell’esofago, che è il più comune nel mondo in via di sviluppo e l’adenocarcinoma localizzato al cardias, più frequente nel mondo sviluppato. In Italia è più diffuso nel Nord-Est del paese, con un’incidenza media di 2 casi per 100.000 abitanti. Chi è più a rischio? Colpisce maggiormente il sesso maschile (70%), prevalentemente in età avanzata, con tassi di incidenza massimi tra i 70 e gli 80 anni di età. Non si esclude però anche l’età giovanile. Le cause più comuni del tipo a cellule squamose sono il fumo, l’alcool particolarmente dannosi se associati) le bevande molto calde e una dieta piuttosto povera di frutta e verdura ma ricca di grassi, ridotto apporto di vit. A, mentre le cause dell’adenocarcinoma sono solitamente il fumo di tabacco, l’obesità e il reflusso acido. Se non trattato correttamente il reflusso cronico determina la trasformazione della mucosa esofagea in mucosa intestinalizzata, esofago di Barrett, (8-20 %). Quando questo succede il rischio di sviluppo di tumore è di 200 / 1.200 volte superiore alla popolazione normale a seconda della presenza o meno di displasia. Altre condizioni che possono predisporre allo sviluppo di un carcinoma dell’esofago sono pregresse neoplasie della testa-collo, radioterapia, ingestione di caustici, megaesofago, papillomatosi esofagea (HPV). I sintomi Il primo sintomo che fa sospettare un tumore all’esofago è la difficoltà ad alimentarsi che però si presenta quando questo ormai è in fase avanzata. In questi casi nonostante le cure chemioterapiche, radioterapiche e chirurgiche la sopravvivenza a 5 anni globalmente non supera il 18%. Solo nel 5% dei casi la diagnosi viene fatta occasionalmente in assenza di sintomi tipici ed allora la sopravvivenza a 5 anni supera l’80% dei casi Si può fare una diagnosi precoce? Tutte le condizioni note di rischio, come il Barrett o pregressi tumori al collo, impongono una sorveglianza endoscopica ormai ben codificata da parte di endoscopisti esperti con strumenti dedicati che possano studiare anche i più piccoli dettagli della mucosa esofagea: solo così possiamo scoprire il tumore in fase molto iniziale (ca in situ e ca intra-mucoso) quando è ancora possibile guarire il paziente con la sola microchirurgia endoscopica (mucosectomia e sub- mucosectomia). Endoscopio normale Endoscopio zoom HD: mucosa normale Endoscopio zoom HD: neoplasia iniziale.

LE MALATTIE DIVERTICOLARI
I diverticoli esofagei sono delle sporgenze simili a delle sacche o tasche, e si formano nella parete dell’esofago a diverse altezze, causate da un aumento di pressione all’interno dell’esofago, o da debolezza della sua parete, o fenomeni cicatriziali dei tessuti. I più frequenti sono i diverticoli di Zenker a livello della parte alta dell’esofago. Compaiono dopo i 50 anni. Il sintomo principale è il rigurgito: il cibo che si raccoglie nella sacca ritorna in gola e può scendere in trachea provocando tosse, crisi di soffocamento, broncopolmonite ab ingestis. Si accompagna ad alitosi. I diverticoli maggiori provocano disfagia prima per i cibi solidi e poi per i liquidi. Una volta il trattamento era chirurgico con una incisione a livello del collo ed asportazione del diverticolo; ora si può curare per via endoscopica sezionando semplicemente il setto che si forma tra diverticolo ed esofago. L’intervento dal punto di vista tecnico è delicato, ma il paziente non ha incisioni sulla cute, non ha dolori postoperatori ed ha una degenza ospedaliera di una sola notte.

PRESTAZIONI EROGATE

  • Visite specialistiche per la patologia funzionale e per la patologia maligna dell’esofago-stomaco
  • Endoscopia digestiva diagnostica con strumentazione di ultima generazione ad alta definizione con ingrandimento Zoom e filtri di contrasto
  • Mappaggio del Barrett, Ricerca di lesioni precancerose
  • Endoscopia operativa
  • Dilatazione di stenosi benigne e maligne
  • Sezione div. Di Zenker
  • Terapia del megaesofago
  • Mucosectomia e sub-mucosectomia delle neoplasie iniziali
  • Trattamento endoscopico delle fistole
  • Trattamento delle lesioni da caustici
  • Manometria esofagea con manometri allo stato solido
  • Phmetria 48h con capsula wireless
  • Radiologia diagnostica
  • Consulenza patologica
  • Chirurgia funzionale e demolitiva
  • Plastica anti-reflusso
  • Sostituzione dell’esofago
  • Trattamento chirurgico delle fistole